venerdì 30 settembre 2011

LE MIE COLPE STANNO TUTTE NELLA TUA TESTA E SI CHIAMANO TRANSFOBIA


Salutiamo con grande simpatia l'avvento sulla scena bresciana di una nuova realtà animalista, 100%100 antispecista, e ne segnaliamo il totale disimpegno politico (ovvero l'anticamera dell'esser destri). Un paio di mesi fa, l'esponente di punta di tale gruppo tentò senza successo di ritagliarsi un piccolo spazio nel blog del Collettivo Antispecista BS, eliminando dall'intestazione in hp le parole "Contro il fascismo" (cosa gravissima, tanto più che è stata “giustificata” solo recentemente affermando che già c’era la parola “antispecista”: ogni commento è superfluo…). Ma ora, senza partigiane e compagne antifasciste tra i coglioni, il gruppo è nato! E il suo nome è: L.T.C.S.T.N.M.T.E.S.C.T. (Le Tue Colpe Stanno Tutte Nella Mia Testa E Si Chiamano Transfobia).

Era dall’inizio di quest’anno che tentavi in tutti o modi di togliermi di mezzo e di isolarmi: finalmente sembra che tu ci sia riuscita, Sere. Creare una sorta di competizione impari, per isolare chi è facilmente isolabile: ecco uno dei tuoi scopi.

Mi vedo costretta a perdere del tempo a buttar giù queste parole, perché ancora una volta, in maniera subdola (com’è tuo costume), lanciando il sasso e nascondendo la mano, mi getti fango addosso (vedi la distinzione fra animalisti e antispecisti all’inizio del tuo manifesto zeppo di ovvietà e ingenuità): non è giusto che chi mi conosce da anni possa magari pensare cose non vere sul mio conto.

Questa tua iniziativa è un evidente sfregio alla sottoscritta: sovrapponendoti in modo così isterico e violento a ciò che da più di un anno a Brescia stava andando avanti per qualche merito mio (non ho mai cercato nessuna medaglia, è semplicemente un dato di fatto), dimostri ancora una volta che vuoi cancellarmi. Se ti fa piacere, sappi che hai raggiunto il tuo scopo: sono stata male per questo. Ma devi anche sapere che io non sono come tante altre persone a vario titolo discriminate, che chinano il capo davanti alle bassezze o alle offese: io ho le risorse e la forza per puntare l’indice verso chi mi disprezza (in questo caso tu). Da mesi mi stai trattando come se ti avessi fatto chissà quale torto: vuoi dirmi una buona volta quali sono le mie colpe? A me viene in mente solo la password di questo blog, password che non volevi dirmi e che io ti ho chiesto per un mese, perché mi sembrava un mio diritto avercela. Al di là di questa stupidaggine, non mi viene in mente nient’altro, se non il titolo che ho dato a questa specie di lettera; sì, sarebbe anche ora che tutti coloro i quali si riempiono da sempre la bocca con espressioni tipo “contro il razzismo”, “contro le discriminazioni di genere” (ne sai qualcosa?...) imparassero a riconoscere ciò contro cui dicono di essere contrari. Impegnarsi per gli animali è importantissimo: ma a che serve se poi si trattano le persone peggio della merda?

Come già ho fatto tempo fa, ti chiederei di rispondere alle mie parole con argomentazioni concrete, senza dire solo e sempre: “Stai delirando” oppure “Tutte cazzate”: se è così, è giusto che tu spieghi perché, altrimenti se non lo spieghi vuol dire che non hai nessun argomento da contrappormi.

Hai fondato (sei una burocrate della mente e del cuore, a te piacciono certi termini) un nuovo gruppo in una realtà che, come tante altre, non aveva nessun bisogno di confusione e frammentazione. L’hai chiamato Antispecisti Libertari. Ma perché, il CAB cos’è? E io che sono? Una specista monarchica? L’anarchismo è quanto di più lontano possa esserci da te. Tu, con questa divisione, hai voluto sì utilizzare un nome in cui molti animalisti di oggi si rispecchiano (e a ragione), ma con la volontà di sottolineare ben altre differenze, per farle passare sotto traccia, per sdoganarle. La tua è un’infiltrazione in piena regola, un’infiltrazione sotto mentite spoglie come tante ne ho viste (e smascherate) in tanti anni di attivismo, un’operazione molto comune nella nostra epoca, a volte condotta involontariamente (per insipienza, incoscienza, ecc.). Sono mesi e mesi che neghi a parole ciò che tutti i giorni in cui ti ho vista dimostri con i fatti. Hai iniziato a far terra bruciata intorno a me ai primi di quest’anno, fino ad arrivare al tuo rifiuto di pasqua quando ti ho proposto di fare un presidio contro il consumo di carne. Hai smesso di frequentarmi, di parlarmi, e io te l’ho fatto notare davanti ad altri una sera: che dovevo fare? Allora, come oggi, volevo solo sapere quali sono i miei torti: ancora non hai risposto. Con questa specie di lettera aperta voglio semplicemente difendermi, dato che la scorsa estate, nei vari momenti pubblici che ho avuto, in molti dell’ambiente sono venuti a riportarmi falsità, ci mancava solo che mi chiedessero: “E’ vero che hai frequentato Pacciani?”

Chi gliele ha dette certe cose? (Domanda retorica). E’ anche dal tuo meccanico e stucchevole ripetere slogan che da altri hai sentito che si capisce che tu sei un’antispecista da meno di un anno. Me lo ricordo il tuo look dell’ottobre 2010, quando hai scoperto il CAB. A distanza di un anno ti sei resa conto che gli antispecisti sono anarchici, hanno tatuaggi e un determinato look: e tu puntualmente li hai scimmiottati (non dico ci hai scimmiottati, perché la mia stilista si chiama Miseria, ed è una signora che mi impone capi di anni fa). A primavera 2011 io ti ho fatto scoprire che si può fare una spesa vegan in qualsiasi supermercato. La sigla che hai inaugurato non ci sarebbe mai stata senza l’esperienza del CAB: non ci saresti stata neanche tu come attivista per i diritti animali, senza l’esperienza del CAB. Te lo ripeto: se tu crei un nuovo gruppo e all’inizio del manifesto (che mi è stato spedito 6 o 7 volte…) in cui ne prefiguri gli intenti scrivi che “l’animalismo è una cosa, l’antispecismo un’altra” (vero) significa che hai abbandonato il precedente progetto (chiamiamolo così) perché nel CAB vi era qualcuno che non la pensava così: tu capisci che anche quest’affermazione suona come un’offesa nei miei confronti? Come l’ennesimo accusarmi di una mancanza che non mi appartiene?

Tu non sei anarchica, essere anarchici non vuol dire essere apolitici, cioè quello che hai dimostrato di essere tu. L’appartenenza politica si esplica con la pratica quotidiana, non con un’etichetta: e la tua pratica quotidiana è in netto contrasto con l’etichetta che ti sei affibbiata. Fatta eccezione per l’ultimo mese, in cui mi sono dovuta difendere, la mia colpa è stata quella di non fare come te, di non cercare appoggi recitando la parte della vittima. C’era un silenzio ottuso, opprimente: un silenzio che volevi solo tu, dato che io ti ho chiesto più di una volta di confrontarci, di parlare, per chiederti cosa mai io avessi combinato.

E’ chiaro che se tu utilizzi l’etichetta Antispecisti Libertari per designare il tuo gruppo, dai ad intendere che un gruppo con questi contenuti a Brescia mancasse, cancellando di fatto il CAB (da cui è derivato il fermento attivista che dura ancora oggi) e me. La tua manovra rabbiosa, isterica, scomposta ha un solo scopo (a parte il saziare le tue manie di protagonismo): quella di isolarmi, di togliermi di mezzo.

La realtà è che siamo separate politicamente da una distanza che è siderale: se io sono una compagna anarchica, partigiana e antifascista, - tu cosa sei?

Chissà, magari è scomodo fare proteste e presidi con una donna come me: prima o poi bisogna fare di tutto pur di allontanarla, inventandosi persino colpe che non ha.

Tu parli tanto di antispecismo, ma intanto con la tua volontà di occuparti solo e soltanto di animali, sei la prima a ghettizzare la battaglia animalista, a tenerla isolata dalle altre realtà del movimento antagonista: in questo senso, sei dunque specista. Naturalmente, non mi illudo che qualcuno mi sostenga o prenda le mie difese, alla fin fine sei tu delle due l’attivista normale; ma, come si dice, tanto ti dovevo. Giacché non l’hai voluta ma anzi l’hai calpestata, ti saluto senza amicizia e ti invito a vergognarti del tuo comportamento che mi ha procurato tanta amarezza. Barbara.

venerdì 23 settembre 2011

23-30 SETTEMBRE: SETTIMANA ABOLIZIONE CARNE



"Ma voi siete pazzi W il roast beef"

"andreste d'accordo con gli hippi radical chic veghiani ... spero si loro si rincarneranno in un povero bambino del biafra che muore perchè non ha da mangiare la bistecchina che tanto disprezzano!!!!!! hi..hi..hi. estremisti vegeterani che guardano nel tuo piatto quando mangi e

fanno faccette disgustate,.eh?????nel gulag vi rinchiuderei tutti.... veghiani di sta ciolla."

I due poveri idioti autori di questi commenti hanno voluto dire la loro sotto un post pubblicato su Indymedia Lombardia e dedicato alla settimana per l'abolizione della carne che va dal 23 al 30 settembre 2011.
Mangiare carne è un tragico capriccio che non ha nessun aspetto positivo, neanche infinitesimale.
Il secondo intelligentone qua sopra fa accenno a un aspetto politico molto importante, ma naturalmente lo fa a modo suo, per portare un'acqua sempre più sporca al suo mulino pieno di crepe.
L'animale macellato offre in media 1/5 di quello che consuma (inutilmente, visto che poi viene trucidato) nell'arco della sua triste vita di violenze e torture; i restanti 4/5 finiscono nelle fogne sottoforma di deiezioni (cioè cacca, lo specifico per venire incontro agli autori dei commenti qui sopra), ed erano cereali, foraggio e molto altro ancora con cui si sarebbero potute sfamare intere aree geografiche allo stremo, se consideriamo i milioni di animali massacrati tutti i giorni.
E invece la logica capitalista che fa? Preferisce fare avere al ricco e civile occidente la sua bistecchina, lasciando morire di fame intere popolazioni del cosiddetto terzo mondo.
Sempre più compagni si stanno rendendo conto di quanto sia tragicamente e politicamente contraddittorio battersi per i diritti dei più deboli e per una giustizia sociale, tralasciando i diritti di chi viene massacrato nei mattatoi dopo una "vita" di orribili torture.
La vittima, terrorizzata, viene spinta brutalmente verso il suo carnefice; il ferro comincia a lacerarne le carni; il sangue esce copioso; il dolore è inenarrabile; i sensi abbandonano quel corpo; il cuore si ferma; il respiro si arresta... E' una vita che si spegne.

Qui un video dell'amico Lorenzo De Luca:
http://youtu.be/-WghXxGAm9s
(chi mangia i pezzi di cadavere, mi fa il favore di guardarselo tutto dall'inizio alla fine, con le casse accese) (Poi c'è anche il video che abbiamo nella colonna dei preferiti: vale lo stesso discorso fatto per il precedente).

Settimana Mondiale per l’Abolizione della Carne:
23-30 Settembre 2011
APPELLO
Le precedenti Settimane Mondiali per l’Abolizione della Carne sono state un successo in tutto il mondo. La prossima Settimana Mondiale avrà luogo dal 23 al 30 settembre 2011.

L’obiettivo è quello di promuovere, ancora una volta, l’idea che la produzione ed il consumo del corpo degli animali debba essere abolito.
La rivendicazione di abolizione della carne è la logica conseguenza del vegetarismo o del veganismo. Le persone che sono contro alla corrida, per es., non si limitano a chiedere al pubblico di boicottare le corride: chiedono che siano vietate. Gli attivisti contro il foie gras non si limitano a richiedere alla gente di non comprarlo: vogliono che l’alimentazione forzata delle oche venga vietata. Perché coloro che si oppongono alla carne sono gli unici a limitarsi a dare consigli individuali?
Dal punto di vista del movimento, il rifiuto di mangiare la carne può essere considerato come un boicottaggio politico, come un’espressione del supporto individuale all’abolizione. In Gran Bretagna, verso la fine del 18° secolo, nel periodo del movimento per l’abolizione della schiavitù, 300mila persone boicottarono lo zucchero prodotto nelle piantagioni dagli schiavi.
Il movimento per l’abolizione della carne esprime un approccio politico: il suo scopo è quello di portare l’opinione pubblica ad aderire all’idea che la carne dovrebbe essere vietata. L’obiettivo è che le società umane, una dopo l’altra, decidano di vietare la produzione, la vendita e il consumo di carne.
L’idea è quella di rivendicare forte e chiaro che non è solo un dovere di ogni singolo quello di smettere di supportare il sanguinario sfruttamento richiesto dal consumo di corpi animali e di “derivati animali”, ma che è anche, di conseguenza, un dovere di ogni società nel suo insieme di dichiararsi a favore del divieto di allevare, pescare e cacciare.

Chiediamo a tutti i singoli e gruppi di segnalare il prima possibile gli eventi organizzati nella propria città (anche se date e altri dettagli non sono definitivi) compilando la seguente form:
http://www.meat-abolition.org/en/node/add/announcement
Materiali, informazioni ed altro sono disponibili sul sito http://www.meat-abolition.org/it
E sul sito http://aboliamolacarne.blogspot.com

Contact: contact(at)meat-abolition.org

mercoledì 7 settembre 2011

PRESIDIO 10 SETTEMBRE 2011 GUSSAGO



"La caccia è una forma collaterale della pazzia umana." Theodor Heuss

"Caccia. Un atto inumano e sanguinario, degno solamente di selvaggi e di uomini che conducono una vita senza coscienza, che non si armonizza con la civiltà e col grado di sviluppo a cui noi ci crediamo arrivati." Lev Tolstoj



Il comune di Gussago (BS) ospita un evento che non si può in nessun modo tollerare o rispettare: la 65° Fiera della caccia.

Loro, i cacciatori, ripetono sempre: "Bisogna rispettare le scelte e le idee degli altri."

E uomini e donne di coscienza rispondono: "Le idee e le scelte di ciascuno si rispettano solo se non implicano la distruzione di altre vite."

Il 10 e 11 settembre 2011 i cacciatori avranno a disposizione una manifestazione che si fa alte beffe del 90% di cittadine e cittadini italiani che hanno ampiamente espresso la propria contrarietà verso la caccia, un crudele passatempo che, per fortuna, è ormai al tramonto.

Sì, manca ormai relativamente poco perché la caccia sparisca dalla faccia della terra: da una parte i costi elevati per armi e licenze, dall'altra l'indignazione e il ribrezzo di quasi un'intera popolazione...

In ogni stagione venatoria perdono la vita o vengono ferite oltre un centinaio di persone; i cacciatori, che dicono tanto di amare la natura, procurano danni incalcolabili all'ambiente a ogni sparo (inquinamento da piombo); e poi, naturalmente, col loro sadismo, portano nei boschi il sangue, l'agonia e la morte di milioni di animali, esseri senzienti ammazzati per divertimento.

E' ormai ora che tale feroce passatempo venga spazzato via, e che di esso non rimanga che un profondo senso di vergogna in ogni essere umano.

Andiamo a dargli un'altra spintarella verso la fine con un presidio?...

Ma sì, dài:


GUSSAGO (BS),

SABATO 10 SETTEMBRE 2011

ORE 15,45

INGRESSO CENTRO SPORTIVO

C. CORCIONE, FRAZIONE CASAGLIO


(Collettivo Antispecista Brescia)